Santa Rosalia pensaci tu!
Suppliche, miracoli... e denuncie per una Città da salvare!
martedì 4 settembre 2012
sabato 30 giugno 2012
Ritrovato il
carro trionfale del 1974
ma Santa Rosalia ha perso la testa
ma Santa Rosalia ha perso la testa
Il carro del 1974 è stato sezionato
orrendamente: solo la balestra e le gigantesche ruote di ferro sono state
salvate e, a quanto pare, riutilizzate nel costruendo carro edizione 2012 e i
suoi resti sono all’interno di un recinto fra cespugli, topi e rifiuti organici
di LINO
BUSCEMI
La statua di
Santa Rosalia decapitata
A metà
luglio andrà in scena la 388ª edizione del Festino che, ad onta del diminuitivo,
si è affermato come la più grande festa del popolo in onore della patrona
della città Santa Rosalia. Nel corso di quasi 4 secoli di ininterrotta
devozione verso la “Santuzza”, i palermitani hanno potuto assistere a festini
particolarmente spettacolari e sfarzosi. Il momento clou è sempre stato
rappresentato, oltre che dalla processione delle reliquie della Santa contenute
nella monumentale seicentesca urna argentea, dall’attraversamento del Cassaro
(odierno corso Vittorio Emanuele) di un carro trionfale, quasi ogni anno,
diverso per dimensioni e per ornamenti.
La parte
ludica della festa, compresa la costruzione del carro, è sempre stata
finanziata con fondi comunali. A differenza delle funzioni religiose che dal
1624 non hanno mai subito alcuna battuta d’arresto, la “traversata” del carro e
la sfilata storica in non pochi casi sono stati cancellati a causa di
difficoltà economiche, carestie, rivolte popolari o episodi bellici (si
ricordano alcune date: dal 1860 – entrata di Garibaldi a Palermo – fino al
1896. Dal 1898 fino al 1924. Dal 1943 al 1945 e fino alla fine degli ’60 del
Novecento).
Bisogna attendere
il 1974 (350° Festino) per registrare il ritorno ai fasti di una volta. Gli
amministratori di allora vollero che si continuasse la tradizione
settecentesca. L’architetto Rodo Santoro, essendo stato prescelto per la
progettazione di un nuovo carro, prese a prestito i ben conservati disegni,
nella biblioteca comunale, dell’architetto Paolo Amato che nel 1701
immaginò uno fra i carri più belli dedicati a Santa Rosalia. Si disse allora
che il “ritorno al passato” gravò poco sull’erario comunale, grazie ai vari
sponsor pubblici e privati e all’impegno delle maestranze delle officine del
Teatro Massimo.
Molti
ricordano, che quel festino fu davvero emozionante e registrò una
partecipazione di massa mai vista. Dopo il 1974 furono organizzati altri
festini che, sia pure fra alti e bassi, miravano a consolidare comunque un
evento di notevole richiamo turistico e religioso.
Nel 1701 l’architetto Amato, raccomandò alla municipalità, al fine di evitare sperperi di denaro pubblico, di costruire una robusta struttura portante del carro tale da essere riutilizzata negli anni successivi. L’unica cosa che poteva cambiare erano gli ornamenti scenografici. Non sembra che gli amministratori della città, almeno negli ultimi tempi, abbiano seguito l’antico consiglio dell’illustre progettista. Cosicchè quasi ogni anno è stato progettato e costruito un nuovo carro i cui costi crescenti sono stati sopportati dalla collettività.
Nel 1701 l’architetto Amato, raccomandò alla municipalità, al fine di evitare sperperi di denaro pubblico, di costruire una robusta struttura portante del carro tale da essere riutilizzata negli anni successivi. L’unica cosa che poteva cambiare erano gli ornamenti scenografici. Non sembra che gli amministratori della città, almeno negli ultimi tempi, abbiano seguito l’antico consiglio dell’illustre progettista. Cosicchè quasi ogni anno è stato progettato e costruito un nuovo carro i cui costi crescenti sono stati sopportati dalla collettività.
Che fine
hanno fatto il maestoso carro del 1974 e quelli degli anni a seguire? Basta
fare un giro per la città e almeno due li troverete “posteggiati” all’interno
di Villa Giulia come suol dirsi “all’acqua e al vento”. Altri ridotti a ruderi
giacciono, fra le sterpaglie e le immondizie di alcune aree periferiche dei
cantieri culturali della Zisa. Uno scempio dovuto all’incuria e scarsa
considerazione dei beni pubblici.
Il carro del
1974 è stato sezionato orrendamente (solo la balestra e le gigantesche ruote di
ferro sono state salvate e, a quanto pare, riutilizzate nel costruendo carro
edizione 2012) ed i suoi resti sono letteralmente “buttati” all’interno di un
recinto fra cespugli, topi e rifiuti organici. Fa impressione, fra tanto
desolazione, vedere la fine riservata alla statua della Santuzza, come si può
osservare nella foto pubblicata, posta allora sulla sommità di quel
magnifico carro a forma di vascello che tanto affascinò l’immenso pubblico di
devoti.
Quella fiera
statua in resina acrilica, oggetto per mesi di ammirazione, oggi è
letteralmente mutilata e abbandonata fra i rifiuti. Santa Rosalia “decapitata”,
priva anche delle due mani che tenevano una lancia e un mazzo di fiori, sembra
la metafora di una città che per un lungo periodo ha dimenticato la sua storia
umiliata da “nuovi barbari”.
Sarebbe un
bel gesto quello di recuperare i resti della statua prima del prossimo 15
luglio.
In attesa che qualcuno provveda, non ci resta che lanciare la non mai abusata invocazione: Viva Palermo e Santa Rosalia!
In attesa che qualcuno provveda, non ci resta che lanciare la non mai abusata invocazione: Viva Palermo e Santa Rosalia!
Da la Repubblica Palermo.it (30 giugno 2012)
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